Secondo un nuovo studio, i primi insediamenti umani nell’Europa orientale sono emersi 1,4 milioni di anni fa

Secondo un nuovo articolo pubblicato su Nature, i primi insediamenti umani nell’Europa orientale sono emersi circa 1,4 milioni di anni fa.1

Un nuovo studio condotto congiuntamente dall’Istituto di fisica nucleare e dall’Istituto di archeologia, due rispettate organizzazioni scientifiche affiliate all’Accademia ceca delle scienze, suggerisce che i primi insediamenti umani nell’Europa orientale sono emersi circa 1,4 milioni di anni fa. Questa affermazione, basata sull’analisi degli strumenti di pietra trovati vicino alla città di Korolevo nell’oblast di Zakarpattia, nell’Ucraina occidentale, colloca le prime tracce del genere Homo nell’Europa orientale circa 200.000 anni prima di quanto precedentemente noto.

Sebbene nella regione non siano stati trovati resti biologici, i ricercatori ritengono che gli strumenti di pietra esaminati siano stati realizzati dalla specie umana arcaica Homo erectus.

Gli studiosi hanno applicato una nuova tecnica di datazione utilizzando nuclidi cosmogenici per determinare l’età degli strumenti. Questa tecnica permette di misurare le tracce di radiazione cosmica accumulate sugli oggetti e di determinare quanto tempo rimangono sulla superficie.

Primi insediamenti umani in Ucraina
Credito d’immagine: Institute of Archaeology of the Czech Academy of Sciences

I risultati ottenuti dagli esami hanno mostrato che gli strumenti rinvenuti vicino a Korolevo risalgono alla metà del Paleolitico inferiore, cioè a circa 1,4 milioni di anni fa. Alla fine del 2022, nel sito archeologico di Atapuerca in Spagna è stata trovata una mascella (mascella) di Homo erectus, anch’essa datata a 1,4 milioni di anni fa.2

Roman Garba, leader del gruppo di ricerca, afferma che l’Homo erectus fu il primo ominide a lasciare l’Africa circa due milioni di anni fa e a diffondersi in Medio Oriente, Asia orientale ed Europa. Secondo Roman Garba, la datazione degli strumenti in pietra rinvenuti nel sito di Korolevo non solo colma il grande divario geografico tra il sito di Dmanisi in Georgia e Atapuerca in Spagna, ma supporta anche l’ipotesi che l’Europa sia stata colonizzata da est.

Fossili di Dmanisi
I fossili scoperti a Dmanisi appartengono alla specie Homo erectus e risalgono a circa 1,8 milioni di anni fa.3 Questi fossili sono tra i più antichi resti di ominidi e contengono importanti indizi sull’evoluzione umana e sulle prime migrazioni umane nel Paleolitico inferiore. Teschi, mascelle e altri frammenti scheletrici rinvenuti durante gli scavi iniziati all’inizio degli anni ’90 mostrano che l’Homo erectus migrò dall’Africa all’Europa attraverso l’Anatolia o il Caucaso.
Credito d’immagine: Jonathan Cardy (Wikimedia) ©️CC BY-SA 3.0

John Jansen dell’Istituto di geofisica dell’Accademia ceca delle scienze sottolinea che questa nuova tecnica di datazione viene utilizzata per la prima volta in archeologia e può avere effetti significativi. Perché, a differenza delle tradizionali tecniche di datazione, il nuovo metodo può essere applicato anche a depositi sedimentari frammentati, consentendo un’analisi più completa della documentazione archeologica. Questa innovazione potrebbe essere rivoluzionaria, soprattutto nel determinare l’età esatta dei reperti piccoli e sparsi incontrati in siti archeologici spesso difficili da datare. Secondo gli scienziati, tali progressi tecnologici aumenteranno notevolmente il futuro potenziale di ricerca e scoperta dell’archeologia e consentiranno informazioni più precise sui periodi preistorici.

  1. Garba, R., Usyk, V., Ylä-Mella, L. et al. East-to-west human dispersal into Europe 1.4 million years agoNature 627, 805–810 (2024).[]
  2. Larazon.es. Atapuerca completa el puzle con el “Homo erectus”: “Es seguro, no hay dudas”. 2023-01-29.[]
  3. Ferring, Reid, Oriol Oms, Jordi Agustí, Francesco Berna, Medea Nioradze, Teona Shelia, Martha Tappen, Abesalom Vekua, David Zhvania, and David Lordkipanidze. “Earliest human occupations at Dmanisi (Georgian Caucasus) dated to 1.85–1.78 Ma.” Proceedings of the National Academy of Sciences 108, no. 26 (2011): 10432-10436.[]