Una rivoluzione cinematografica: i migliori film del neorealismo italiano

All’indomani del profondo sconvolgimento provocato dalla seconda guerra mondiale, l’Italia si è trovata in una congiuntura critica, con la sua struttura sociale profondamente fratturata. Emanato da questo contesto toccante, sorse un movimento artistico trasformativo che avrebbe rimodellato in modo indelebile la traiettoria dell’espressione cinematografica: il neorealismo italiano. Radicato in una profonda aspirazione a ritrarre autenticamente le complessità non mediate dell’esistenza quotidiana, il neorealismo italiano ha incapsulato l’ethos stesso di una nazione alle prese con la riconciliazione della sua eredità storica mentre tracciava con fervore una traiettoria verso un futuro più ottimista.

Contesto storico

Il neorealismo italiano è emerso all’indomani della seconda guerra mondiale e della caduta del regime di Benito Mussolini, che ha lasciato l’industria cinematografica italiana allo sbando. Questo movimento cinematografico ha segnato un profondo cambiamento culturale e sociale in Italia. I film neorealisti si staccavano dalle narrazioni artificiose e offrivano invece storie autentiche e contemporanee, spesso girate in esterni a causa degli ingenti danni subiti dagli studi cinematografici di Cinecittà durante la guerra.

Le basi del Neorealismo furono gettate da un gruppo di critici cinematografici legati alla rivista Cinema, tra cui personaggi illustri come Luchino Visconti, Gianni Puccini, Cesare Zavattini, Giuseppe De Santis e Pietro Ingrao.

Molti cineasti che in seguito divennero prominenti nel Neorealismo affinarono le loro abilità attraverso i film di Calligrafismo nei primi anni ’40, anche se questo movimento presentava differenze distintive rispetto al Neorealismo. Elementi dello stile erano evidenti anche nelle opere di Alessandro Blasetti e nei film in stile documentaristico di Francesco De Robertis. Importanti precursori del neorealismo includono “Toni” (1935) di Jean Renoir e “1860” (1934) di Alessandro Blasetti. Sia Luchino Visconti che Michelangelo Antonioni collaborarono strettamente con Renoir.

La svolta avvenne nella primavera del 1945, dopo l’esecuzione di Mussolini e la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca. Definita la “Primavera italiana”, quest’era ha inaugurato uno spostamento verso un cinema più realistico. Il cinema italiano ha abbandonato gli stravaganti set in studio, optando invece per location autentiche in contesti sia rurali che urbani.

neorealismo italiano - Roma Città Aperta
“Roma Città Aperta” (1945)

Il primo vero film neorealista, da molti ritenuto “Ossessione” di Luchino Visconti, uscì nel 1943 durante l’occupazione. Il movimento ottenne il riconoscimento internazionale nel 1946 con “Roma Città Aperta” di Roberto Rossellini, che vinse il Gran Premio al Festival di Cannes, segnando la rinascita del cinema italiano dopo la guerra.

Tuttavia, all’inizio degli anni ’50, il neorealismo italiano conobbe un declino. I partiti liberali e socialisti hanno faticato a trasmettere i loro messaggi e la cupa rappresentazione della povertà e della disperazione nel cinema neorealista si è scontrata con una nazione in cerca di progresso e cambiamento. Quando l’economia italiana iniziò a migliorare, i temi del neorealismo persero rilevanza e l’ottimismo prevalente nei film americani ottenne più favore. Il sentimento prevalente all’interno del governo italiano del dopoguerra era sfavorevole al neorealismo, con l’osservazione di Giulio Andreotti che sottolineava questa prospettiva.

Passando dalle preoccupazioni sociali del neorealismo italiano, le opere di Federico Fellini, come “La Strada” (1954) e “Il Bidone” (1955), segnarono uno spostamento verso l’esplorazione individuale. I successivi film italiani degli anni ’60 si sono concentrati sulla condizione umana, approfondendo i bisogni personali, l’alienazione e la lotta per comunicare. Questa evoluzione si è rispecchiata nei film di Michelangelo Antonioni come “Deserto rosso” (1964) e “Blow-Up” (1966), che hanno interiorizzato l’essenza del neorealismo nel clima economico e politico italiano del dopoguerra.

Con il progredire degli anni ’50, nuovi artisti, tra cui il siciliano Bruno Caruso, portarono la torcia neorealista, mettendo in mostra la cruda realtà di luoghi come i magazzini, i cantieri navali e i reparti psichiatrici di Palermo.

neorealismo italiano - La Strada
“La Strada” (1954)

Caratteristiche del neorealismo italiano

Il neorealismo italiano è caratterizzato da una serie di attributi artistici e tematici distintivi che rappresentano collettivamente un allontanamento dai paradigmi cinematografici convenzionali:

Verosimiglianza e veridicità: Un segno distintivo del neorealismo italiano è il suo fermo impegno per l’autenticità e il realismo. I cineasti all’interno di questo movimento hanno evitato l’artificio dei set in studio e hanno utilizzato luoghi reali, impiegando spesso attori non professionisti per infondere alle loro narrazioni un accresciuto senso di genuinità.

Individui ordinari: I film neorealisti gravitavano invariabilmente verso narrazioni che sottolineavano le lotte quotidiane di individui comuni, spesso tratti dalla classe operaia o da segmenti impoveriti della società. Questa predilezione per le narrazioni dell’ordinario ha generato relatività e risonanza emotiva tra il pubblico.

Minimalismo: L’estetica cinematografica del movimento era caratterizzata dal minimalismo, utilizzando scenografie rudimentali e oggetti di scena disadorni per evocare una qualità visiva grezza e non verniciata. Questa filosofia di design ha contribuito all’autenticità visiva che il movimento ha cercato di trasmettere.

Commento socio-politico: La quintessenza del neorealismo italiano risiede nella sua evidente agenda sociale e politica. Questi film hanno funzionato come critiche incisive alle questioni sociali prevalenti come la povertà, la disoccupazione e la disparità di classe, fungendo da veicoli per l’introspezione e la consapevolezza sociale.

Tecnica cinematografica: All’interno del movimento è stato sviluppato un lessico cinematografico distinto. Registi pionieristici come Roberto Rossellini e Vittorio De Sica hanno impiegato riprese prolungate e una cinematografia a fuoco profondo per generare un’esperienza cinematografica coinvolgente che ha trasportato gli spettatori nell’ambiente dei personaggi.

Improvvisazione e spontaneità: I registi neorealisti spesso hanno permesso l’improvvisazione tra il loro cast non professionale, sfruttando il fortuito e il non scritto per amplificare l’autenticità delle interazioni tra i personaggi e le risposte emotive.

Cinematografia naturalista: Il movimento ha abbracciato i meriti utilitaristici dell’illuminazione naturale e delle tecniche di ripresa a mano. Evitando impostazioni di illuminazione artificiose e adottando il lavoro con la telecamera a mano, i cineasti hanno catturato le sottigliezze delle emozioni e degli ambienti in modo non mediato.

Narrazioni incentrate sul bambino: La figura del bambino ha assunto un ruolo preminente all’interno di molte narrazioni neorealiste, sottolineando i temi della vulnerabilità, dell’innocenza e della resilienza nel contesto di circostanze austere.

Rifiuto estetico: Al centro dell’ethos del neorealismo italiano c’era la sua intenzionale divergenza dagli opulenti spettacoli propagati da Hollywood. Il deliberato ripudio da parte del movimento del glamour evasivo ha sottolineato il suo impegno a presentare un tableau dell’esistenza senza abbellimenti.

I migliori film del neorealismo italiano

Ossessione (1943)
Luchino Visconti
Crimine
Melodramma
I bambini ci guardano (1944)
Vittorio De Sica
Melodramma
Roma città aperta (1945)
Roberto Rossellini
Guerra
Dramma
Sciuscià (1946)
Vittorio De Sica
Dramma
Il sole sorge ancora (1946)
Aldo Vergano
Guerra
Dramma
Paisà (1946)
Roberto Rossellini
Guerra
Dramma
Tombolo, paradiso nero (1947)
Giorgio Ferroni
Dramma
Caccia tragica (1947)
Giuseppe De Santis
Azione
Melodramma
Germanya anno zero (1948)
Roberto Rossellini
Dramma
Fuga in Francia (1948)
Mario Soldati
Dramma
Thriller
La terra trema (1948)
Luchino Visconti
Dramma
Ladri di biciclette (1948)
Vittorio De Sica
Dramma
Crimine
In nome della legge (1949)
Pietro Germi
Dramma
Crimine
Riso amaro (1949)
Giuseppe De Santis
Crimine
Dramma
Stromboli, terra di Dio (1950)
Roberto Rossellini
Dramma
Non c’è pace tra gli ulivi (1950)
Giuseppe De Santis
Melodramma
Miracolo a Milano (1951)
Vittorio De Sica
Commedia
Fantasia
Bellissima (1951)
Luchino Visconti
Dramma
Umberto D. (1952)
Vittorio De Sica
Dramma
Roma, ore 11 (1952)
Giuseppe De Santis
Dramma
La strada (1954)
Federico Fellini
Dramma
Il ferroviere (1956)
Pietro Germi
Melodramma
Banditi a Orgosolo (1961)
Vittorio De Seta
Dramma
Crimine
Il demonio (1963)
Brunello Rondi
Dramma
Orrore

  • Wikipedia contributors. (2023, July 22). Italian neorealism. In Wikipedia, The Free Encyclopedia. Retrieved 21:58, August 12, 2023